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    Enrique Serpa

     · 2011

    Il mondo turbolento e miserabile dell’Avana negli anni Venti, popolata di pescatori, prostitute, contrabbandieri, bambini poverissimi e avventurieri senza scrupoli; con i suoi locali malfamati in cui si consumano sbronze colossali e dove regna, su tutto, la selvaggia bellezza del mare che circonda l’isola. Al centro del romanzo, considerato un classico della letteratura cubana, vi sono il proprietario della goletta Buena Ventura, un codardo mitomane consumato dal vizio che narra la vicenda in prima persona, e il comandante della barca, soprannominato Squalo, un uomo scaltro, consumato dall’esperienza e dalla vita misera del pescatore. E proprio per sfuggire alla miseria, un giorno Squalo suggerisce al proprietario la possibilità di utilizzare la barca per scopi molto più redditizi: contrabbandare alcol negli Stati Uniti dominati dal Proibizionismo. Inizialmente attratto dalla proposta, l’armatore si dibatte però costantemente tra la possibilità del guadagno facile e la paura dei rischi e delle conseguenze. I due uomini si trovano così coinvolti in un lungo braccio di ferro psicologico e l’ambiguità della loro relazione è la vera essenza del romanzo, che procede in un’atmosfera di crescente suspense durante i preparativi e la messa in atto della pericolosa impresa... Rimasto finora sconosciuto al pubblico italiano, Enrique Serpa è uno dei maggiori autori cubani del Novecento. Giornalista e scrittore, amato da Hemingway, che guardava a lui come a uno dei maggiori autori del suo tempo, si distinse per lo sguardo critico sul contesto sociale e storico della Cuba degli inizi del XX secolo, oltre che per la finezza delle sue analisi del comportamento umano. In Contrabbando la sua scrittura intimista cattura le voci dei personaggi con una precisione quasi documentaria e ci restituisce l’anima di un’epoca ormai perduta.

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    Enrique Serpa

     · 2013

    Premier roman d’Enrique Serpa, Contrebande dépeint à merveille le monde turbulent et misérable de La Havane dans les années vingt. À travers l’agitation d’une foule de pêcheurs, prostituées, contrebandiers, enfants miséreux, on voit couver le feu qui embrasera l'île de Cuba où l’insolente fortune de quelques-uns nargue l’extrême dénuement de la plupart. Contrebande, c’est aussi l’histoire d’un face-à-face entre le propriétaire de La Buena Ventura plutôt lâche et mythomane, usé par la débauche et Requin, le capitaine de bord, homme d’honneur et pirate à ses heures. S’instaure vite une atmosphère complexe, ambiguë, faite de mépris et de domination sur fond de fascination. Publié en 1938, constamment réédité, Contrabando est considéré comme un classique de la littérature cubaine contemporaine. "Vous êtes le meilleur romancier d’Amérique latine, et vous devez tout abandonner pour écrire des romans" disait Ernest Hemingway à Enrique Serpa à qui il reprochait de consacrer trop de temps à son activité de journaliste. Quant à Eduardo Manet, qui a accepté de préfacer la traduction de Contrebande, il place sans hésiter Serpa aux côtés des plus grands, Carpentier, Faulkner ou... Hemingway.