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  • Book cover of Deliver Us

    Originally published in 1963, and today considered a landmark in twentieth century Italian literature, Luigi Meneghello’s Deliver Us is the memoir, not of an extraordinary childhood, but of the very ordinary one the author shared with most of his generation, when Italy was a rural country under the twin authorities of Church and Fascism. His boyhood begins in 1922, the year of Mussolini’s March on Rome, and ends when Meneghello, 21, goes up into the hills to join the partisans. Called a romanzo—a story, although not a novel, as that term usually suggests—the book is a genre all of its own that mixes personal and collective memory, amateur ethnography, and reflections on language. Meneghello’s sharp insights and narrative skill come together in an original meditation on how words, people, places, and things shape thought itself. Only loosely chronological, Deliver Us proceeds by themes—childhood games, Fascist symbols, religious precepts, and the rites of poverty, of death, of eros, and of love. Meneghello’s ironic musings and profoundly honest recollections make an utterly unsentimental human comedy of that was the whole world to his dawning consciousness.

  • Book cover of The Outlaws

    This book was considered one of the few non-rhetorical, and therefore all the more effective, memoirs of the Italian resistance, which is true in every detail.

  • Book cover of I piccoli maestri

    Scommetto che avete fatto gli atti di valore." "Macché atti di valore. Non eravamo mica buoni, a fare la guerra." Una battuta fulminante, a inizio romanzo, restituisce in una pennellata sapore e colore di una tragedia collettiva che per il narratore e il suo gruppo di compagni si trasforma in apprendistato alla vita. Subito dopo l'8 settembre 1943 uno sparuto gruppo di studenti vicentini, guidato da un giovane professore antifascista, si dà alla macchia sull'altopiano di Asiago per tentare di organizzare la Resistenza. La voce narrante - autoironica, commossa e marcatamente autobiografica - dipana un lungo filo di agguati, rastrellamenti, uccisioni, "fughe" e "atti di valore" di cui i ragazzi si rendono protagonisti e vittime. Opera di grande equilibrio, frutto anche della distanza tra il tempo della scrittura e quello dell'esperienza (il libro uscì nel 1964), I piccoli maestri dona corpo e parola a personaggi indimenticabili ed è unanimemente riconosciuto come un gioiello stilistico nel panorama della letteratura contemporanea.

  • Book cover of Libera nos a malo

    A cura di: Pietro de Marchi Mosaico di episodi curiosi di un’infanzia nell’Italia fascista, di piccole epopee autobiografiche, di digressioni filologiche e di considerazioni ironiche sui precetti religiosi. Caleidoscopio di corse in bicicletta, amicizie, primi amori, primi contatti con la quotidianità della morte, Libera nos a malo è il romanzo di un paese. Coniugando partecipazione affettuosa, distacco ironico e rigorosa intelligenza, Meneghello ricrea la commedia umana della provincia veneta tra gli anni Venti del Novecento e il Dopoguerra, offrendo al lettore un mondo magico la cui protagonista assoluta è la lingua. Una lingua concreta e di una ricchezza straordinaria, che capovolge, smaschera e rivitalizza l’italiano ufficiale delle istituzioni e veicola ricordi – di suoni, di oggetti, di immagini – impressi dall’infanzia per sempre nella coscienza.

  • Book cover of Pomo pero

    Nuova edizione 2021 - Un viaggio a ritroso nel tempo: è questo Pomo pero, un ritorno ai luoghi dell'infanzia e della giovinezza di Meneghello, con cui prosegue - a dieci anni di distanza -, il "ciclo di Malo" iniziato col suo celebrato capolavoro - Libera nos a malo. Sono pagine, queste, in cui con nuovo slancio emotivo e linguistico l'autore fa rivivere le tradizioni del paese natio nell'Alto Vicentino, attraverso le "voci" del dialetto e il suo incontro-scontro con l'italiano. Ci ritroviamo - filtrate dal ricordo e narrate con ironia e poesia in una struttura composita che alterna prosa, sequenze di vocaboli dialettali e versi - le "memorie di un italiano" del suo e del nostro tempo. I Paralipomeni del sottotitolo rivelano la loro natura di "aggiunte", frammenti autobiografici che si riverberano sull'intera società e - servendosi della lingua come macchina del tempo - fanno di Malo un microcosmo che ancora oggi siamo chiamati a visitare.

  • Book cover of I piccoli maestri
  • Book cover of Jura
  • Book cover of Fiori italiani

    I Fiori italiani di Meneghello ci dicono che una sola scintilla di intelligenza sprigionata da un insegnante basta a riordinare l'appreso, a trarne frutto, e basta ad avviare alla comprensione critica e alla civile partecipazione. Tullio De Mauro

  • Book cover of Pier Luigi Meneghello

    [An] affecting new play about a handful of Bronx dwellers whose lives become tangled in unexpected ways when a mortgage goes sour...Mr. Shanley's intense engagement with questions of religion and ethics, and how they shape the way people with different per A terrific comedy...Hypnotic and utterly contemporary. --NY Times. Uproariously funny...COCK is a rite of spring you shouldn't miss! --New York Magazine. Exhilarating! Robust and rollicking. Mike Bartlett's dialogue crackles and pops with the rhetoric of

  • Book cover of Il dispatrio

    È la primavera del 1947 quando il giovane Meneghello si trasferisce dall'Italia in Inghilterra, approdando, prima borsista poi docente, all'Università di Reading, per un'avventura che durerà più di quarant'anni. Non è un esilio, il suo, né un espatrio. È qualcosa che non ha nome fino a quando non è lui stesso a darglielo: "dispatrio", una parola che ai tempi non si trovava nei dizionari. Dispatrio è qualcosa che ha il potere di stravolgere la cultura acquisita e, con questa, le strutture della personalità: non solo migrare, ma vivere e pensare in equilibrio tra due sistemi linguistici e culturali. Per scorci e frammenti autoironici, l'autore distilla tra le pagine di questo libro il senso della sua esperienza inglese, registrando il contatto di due sistemi sociali e culturali diversi, non di rado passando per un altro polo: il dialetto vicentino, la sua vera madrelingua, più adatto dell'italiano a farsi carico dei significati apparentemente indicibili. Con questi strumenti linguistici, e una scrittura tagliente, Meneghello racconta le ambizioni - talvolta mal concepite - dell'italiano appena arrivato nella pragmatica Inghilterra, che gli offre un nuovo punto d'osservazione sulla patria e quindi sulla propria identità.