· 2001
The legendary mountaineer describes his adventures in such ranges as the Alps and Himalayas, and provides details of what really happened during a controversial 1954 Italian expedition that made the first ascent of K2.
· 1964
· 2009
K2, the second highest mountain in the world, is widely recognised as the most difficult of the fourteen 8,000 metre peaks; its first ascent by the 1954 Italian expedition was therefore much admired by the entire mountaineering world. But in Italy there was pandemonium, and the victorious team was greeted in Genoa by a wildly cheering crowd 40,000 strong. After the humiliation of crushing defeat in World War 2, the conquest of K2 (following the dramatic American failure of the previous year) restored to the Italian public a renewed sense of national pride. The two victorious climbers, Compagnoni and Lacedelli, were feted as supermen, particularly since they had ultimately reached the summit without the use of oxygen -- which had run out well below the summit according to the official account of the climb. But behind the façade of national rejoicing and hero-worship all was not as it seemed. The team was later embroiled in accusations, counter-accusations and even court cases revolving around the events of the final climb to the summit. The two climbers who had carried up the oxygen to the highest Camp, Walter Bonatti and the porter Mahdi, had been abandoned on the summit eve and compelled to bivouac in the open with no protection whatever. Fortunately they survived, but worse was to follow: ten years later Bonatti was accused of betraying Compagnoni and Lacedelli and of using some of their oxygen during his night in the open so that the cylinders became exhausted 400 metres below the peak. He fought and won a libel case in 1966, but despite this there was never any retraction of the various sordid versions of the affair that emerged over the next four decades. Bonatti's story was finally vindicated only recently when the Italian Alpine Club in 2007 published K2 -- Una Storia Finita, a revised official account that accepted his version of events as completely accurate. This book is the story of Bonatti's battle and how he challenged and finally changed forever the official record of the first ascent of K2.
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· 1974
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· 2024
Attraverso il racconto dei retroscena delle sue imprese, o le risposte alle domande, e qualche volta alle provocazioni, di chi lo intervistava, Walter Bonatti con Una vita così volle offrire ai suoi lettori un’immagine di sé e del suo modo di vedere e giudicare le cose. Un ritratto dall’interno, insomma, composto quasi in forma di dialogo, attraverso brevi riflessioni o reazioni fulminanti, aforismi, frasi divenute celebri, pensieri sul viaggiare, esplorare, fotografare, sull’evoluzione dell’alpinismo, sulla società e sulla solitudine, sugli uomini e sugli animali. Ne emerge il pensiero e il carattere di un personaggio straordinario, destinato a imprimersi nella memoria. Un punto di riferimento non solo per chi ama la montagna e la natura, ma per chi nel mondo vuole vivere con coerenza e determinazione. «Ne è dunque uscito un collage di interviste, di pensieri, dialoghi, commenti, con anche qualche decisa presa di posizione. Ho raccolto il tutto dandogli il più possibile un ordine cronologico e fondendolo a formare una serie di discorsi che, se non altro, sono sinceri e basati su fatti consistenti. A fare da sfondo è sempre il succedersi degli avvenimenti che mi hanno visto protagonista o quanto meno spettatore di prima fila; ma di pari passo sfilano anche le tendenze, le mode, i contrasti che negli ultimi tempi hanno sempre più cambiato volto e motivazione al mondo della montagna e dell’avventura in generale.»
· 2015
«La montagna mi ha insegnato a non barare, a esser onesto con me stesso e con quello che facevo. Se praticata in un certo modo è una scuola indubbiamente dura, a volte anche crudele, però sincera come non accade sempre nel quotidiano. Se io dunque traspongo questi principi nel mondo degli uomini, mi troverò immediatamente considerato un fesso… È davvero difficile conciliare queste diversità. Da qui l’importanza di fortificare l’anima, di scegliere cosa si vuole essere. E, una volta scelta una direzione, di essere talmente forti da non soccombere alla tentazione di imboccare l’altra…»
· 2015
Himalaya, 31 luglio 1954: gli italiani Compagnoni e Lacedelli raggiungono la vetta del K2, seconda montagna più alta del mondo, e vengono celebrati in patria come eroi. Ma la versione ufficiale dell'impresa è avvelenata dalle polemiche: perché Walter Bonatti, appena ventiquattrenne, rischia la vita trascorrendo la notte prima della conquista della vetta all'aperto, a ottomila metri? Lo accusano di tentato tradimento, e addirittura di sabotaggio. Cosa è davvero accaduto su quella montagna impossibile? Irriducibile e orgoglioso, Bonatti per cinquant'anni ha smontato le bugie che lo riguardavano ricostruendo pezzo per pezzo quella che infine verrà riconosciuta come l'unica verità di un "giallo alpinistico" che ha emozionato il mondo. Questa edizione di un libro ormai imprescindibile è arricchita dalla prefazione di Rossana Podestà, per trent'anni compagna di Bonatti, e dalle riproduzioni dei documenti conservati nel loro archivio, annotati dallo stesso Bonatti. Una testimonianza necessaria di un uomo che ha fatto la storia dell'alpinismo.
· 2013
Walter Bonatti negli anni è riuscito a conquistarsi un privilegio raro: la possibilità di vivere due vite. Dopo la stagione di scalate che lo hanno reso uno dei protagonisti della storia dell'alpinismo, ha infatti deciso di modificare i suoi orizzonti e mettersi in cammino alla volta delle regioni più lontane e affascinanti del pianeta. Da queste straordinarie esperienze, spesso solitarie, è nato un libro di ricordi nel quale i paesaggi sconfinati diventano lo sfondo di un percorso interiore alla ricerca di sé e dell'ancestrale armonia con il pianeta Terra. Sul filo della memoria si delinea così una traiettoria esistenziale in cui la passione per l'esplorazione ha dovuto fare i conti con la scoperta dei propri limiti di fronte a una natura primordiale. Il racconto di viaggio diviene quindi biografia, restituendoci la storia di un uomo che è stato in grado di realizzare il proprio sogno di libertà, rendendoci partecipi dello stupore di fronte a quello che appare ormai come un mondo perduto.